Sono dipendente da internet?
Stavo cercando di scrivere una definizione semi scientifica di dipendenza, distinguendo tra dipendenze da sostanze (alcool, droghe eccetera) e dipendenze comportamentali (ad esempio la dipendenza da gioco d’azzardo), ma ho pensato fosse molto più semplice fornire invece qualche spunto un po’ più empirico, ma a mio avviso comunque valido.
Per quanto mi riguarda, penso che sia sensato definirmi dipendente da qualcosa nel momento in cui mi rendo conto di non riuscire a farne a meno. Certo, è una definizione estremamente semplicistica, ma credo renda bene l’idea.
Inoltre, parlo di dipendenza quando questa porta, direttamente o indirettamente, a conseguenze negative. Pensiamo per esempio a tutte le conseguenze sul fisico che possono avere alcool, sigarette o droghe di ogni tipo, ma anche alle famiglie andate sul lastrico per colpa della dipendenza da gioco d’azzardo. Similmente, anche la dipendenza da internet può portare a conseguenze negative, seppur non gravi quanto quelle elencate: prima fra tutte, direi la perdita di ore ed ore di tempo della nostra giornata. Ma potrei aggiungere anche la difficoltà a concentrarsi su altre attività, la tendenza ad isolarsi, o banalmente il bruciore agli occhi dovuto al troppo tempo trascorso davanti ad uno schermo.
Quando dico di sentirmi dipendente da internet, è perchè noto la quantità eccessiva di tempo che spendo online, mi rendo conto che gran parte di quel tempo potrebbe essere sfruttato per attività più produttive, ma nonostante questo continuo a utilizzarlo allo stesso modo. Anche quando cerco attivamente di allontanarmi dagli schermi, mi ritrovo attirato da essi come una calamita, spesso senza neanche rendermene pienamente conto.
E sono sicuro di non essere l’unico! Quante volte vi è capitato di prendere in mano il telefono per controllare l’ora, o per leggere un messaggio, per poi ritrovarvi mezz’ora dopo a scorrere l’ennesima foto su Instagram o il cinquantesimo video su TikTok? Sicuramente non avevate programmato di iniziare quell’attività, ma vi ci siete ritrovati immersi comunque. Ecco, è esattamente a questo che mi riferisco quando parlo di scarso autocontrollo. Certo, solamente questo non basta a dirsi dipendenti da quelle attività, ma penso sia un segnale da prendere in considerazione.
Probabilmente però ciò che più mi ha fatto riflettere sull’utilizzo che faccio del web è stata l’incapacità di tollerare la noia. Durante i brevi periodi in cui ho cercato attivamente di ridurre l’uso di smartphone e computer ho notato, in ogni momento di noia, di sentire un forte impulso istintivo di rivolgermi verso il mio cellulare. E di nuovo, sono sicuro di non essere l’unico a cercare di riempire ogni momento della propria giornata, pur di non sentire neanche la più piccola sensazione di noia. Come direbbe Bo Burnham,
Apathy is a tragedy and boredom is a crime
Ascoltate questa sua canzone, ne vale davvero la pena.
Internet e la dopamina
La nostra amica scienza ci parla di un neurotrasmettitore chiamato dopamina, probabilmente ne avrete sentito parlare. La dopamina viene spesso descritta come la responsabile delle sensazioni di piacere, ma in realtà sarebbe più corretto dire che si occupa di definire le attività verso le quali ci sentiamo attratti. Per esempio, la prima volta che mangiamo una ciambella, viene prodotta una certa quantità di dopamina, che ci fa sentire bene: in questo modo, la prossima volta che vedremo una ciambella, il nostro cervello la associerà a questa sensazione piacevole, ma la dopamina verrà prodotta come anticipazione del piacere, spingendoci a mangiarla di nuovo. Se questo processo viene ripetuto a sufficienza, in determinate circostanze è possibile che la dopamina ci spinga sempre a compiere una determinata azione, senza però che questa venga percepita necessariamente come piacevole.
Ma cosa c’entra tutto questo con internet?
Ebbene, si da il caso che molte attività che svolgiamo abitualmente online siano delle fonti molto abbondanti di dopamina. In modo particolare, il costante flusso di novità e intrattenimento che ci viene fornito da pagine a scorrimento infinito, come quelle di Instagram, Reddit o TikTok, sono una fonte potenzialmente inesauribile di dopamina, e dato che nel nostro “ambiente naturale” non esiste nessun’altra attività con questo potere, ci ritroviamo naturalmente attratti da questo tipo di intrattenimento. Questo non è necessariamente un male, naturalmente, ma è importante chiedersi una cosa: Cosa succede quando riceviamo troppa dopamina?
Il nostro organismo tende sempre ad autoregolarsi, per mantenere uno stato di omeostasi, cioè di equilibrio. Se il nostro cervello si accorge di star ricevendo una quantità eccessiva di dopamina, tende quindi ad “abbassare il volume” dei recettori per questo neurotrasmettitore. La conseguenza è che avremo bisogno di più dopamina per ottenere la stessa sensazione di piacere. Non solo, ma è probabile che, a lungo andare, le altre attività che normalmente trovavamo piacevoli potrebbero sembrare sempre meno interessanti, proprio perchè producono una quantità più modesta di dopamina. Dato che i nostri recettori si sono adattati ad un livello più alto di questa sostanza, tutto ciò che produce meno dopamina di mezz’ora passata a scorrere TikTok può apparire come noioso e poco interessante. Questo può quindi portare a trascorrere ancora più tempo online, magari anche a discapito di altre attività.
Inoltre, la dopamina si occupa anche di tutta una serie di mansioni legate al nostro sistema nervoso:
- Il controllo del movimento
- Il controllo delle capacità di memoria
- I meccanismi di ricompensa e piacere
- Il controllo delle capacità di attenzione
- Il controllo di alcuni aspetti del comportamento e di alcune funzioni cognitive
- Il meccanismo del sonno
- Il controllo dell’umore
- I meccanismi alla base dell’apprendimento
(fonte: my-personaltrainer.it)
Capite quindi come una modifica nel sistema di produzione/ricezione della dopamina possa avere tutta una serie di conseguenze poco piacevoli.
Attenzione, non sto dicendo che l’uso eccessivo di internet sia necessariamente collegato a disturbi legati a ciò che ho elencato qua sopra. Non sono neanche lontanamente un esperto in questa materia e non è mia intenzione fare falsa informazione. Quello che sto dicendo è solo frutto della mia esperienza, e in queste informazioni riguardanti la dopamina ho ritrovato alcune somiglianze con il mio stato mentale dopo aver trascorso troppo tempo online. In modo particolare, notavo una scarsa capacità di concentrazione, un sonno più agitato del solito e una tendenza a ritornare alle attività online piuttosto che ad altre più produttive.
Il digiuno della dopamina
Per risolvere i problemi che potrebbero essere legati alla sotto-regolazione dei recettori della dopamina, una soluzione che viene proposta è quella di sottoporsi ad un “dopamine fast”, ovvero, letteralmente, ad un “digiuno” della dopamina. In cosa consiste? Semplice, trascorrere una quantità variabile di tempo (solitamente viene proposta una sola giornata) cercando di limitare al massimo tutte le attività stimolanti: niente internet, niente film o videogiochi, qualcuno propone addirittura il digiuno dal cibo. In pratica, bisogna cercare di annoiarsi il più possibile. L’idea alla base di questa pratica è sempre legata alla tendenza del nostro cervello di autoregolarsi. Se prima i recettori erano sovrastimolati, e quindi tendevano a sotto-regolarsi, trascorrere una giornata di pura noia dovrebbe permettere ai recettori di sovra-regolarsi, tornando ad essere più sensibili alla dopamina ricevuta. La prima volta che ne ho sentito parlare ho pensato che fosse un’idea interessante, e sembrava anche abbastanza sensata, ma mi è sorta spontanea una domanda: c’è qualcosa di scientifico in tutto ciò? E la risposta è: più o meno…
L’idea che sia possibile ripristinare il livello “standard” dei recettori per la dopamina è sensata, ma sicuramente una cosa del genere non può avvenire in sole 24 ore, e non è assolutamente necessario arrivare addirittura al digiuno!
Un video che spiega molto bene il funzionamento della dopamina e di questo “digiuno” è quello qua sotto di HealthyGamerGG
Cosa si può fare
Credo che stia diventando sempre più importante imparare a gestire e a tenere sotto controllo il tempo che trascorriamo online, specialmente per quanto riguarda le attività passive come scorrere le infinite pagine dei social. Non solo per via del tempo perso, che non potremo comunque riavere indietro, ma anche e soprattutto per le conseguenze che questo sovraccarico di stimoli può avere sul nostro cervello, e sul resto della nostra vita.
Lo spunto che vi voglio dare con questo articolo è il seguente: anche se siete convinti di non essere dipendenti da internet, provate a monitorare, per un po’ di tempo, quanto tempo trascorrete sul vostro smartphone (quasi tutti i modelli di cellulare hanno una funzionalità apposita per farlo). Vi assicuro che resterete sorpresi, e non in positivo!
Se siete tra quelli che fanno un uso moderato del vostro telefono, o se ritenete che il tempo speso in quel modo sia soddisfacente per voi, ritenetevi fortunati! Per tutti gli altri, invece, il mio consiglio è quello di sforzarvi di fare un utilizzo più consapevole degli strumenti tecnologici, sfruttando anche, se necessario, le funzionalità di monitoraggio delle attività fornite dagli stessi smartphone.
Personalmente, credo che proverò a trascorrere un periodo di “digiuno dalla dopamina”, come descritto nei paragrafi precedenti, cercando di ridurre quanto possibile le attività sovrastimolanti. Sono molto curioso dei risultati che avrò, anche se leggermente preoccupato per le difficoltà che potrò incontrare: ma non esiste cambiamento che non sia difficile, giusto?
E buona fortuna anche a voi, se deciderete di intraprendere questo percorso!